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21
Mag
San Vito di Cadore è una località turistica di pregio, posta nel cuore delle Dolomiti. Un piccolo paese di montagna, un luogo dove sentirsi a casa, sia per chi frequenta la montagna in modo attivo, sia per chi ci viene appena può per prendersi una pausa dalla vita quotidiana. Varie sono le gite che si possono organizzare nel periodo estivo percorrendo i numerosi sentieri che circondano San Vito, alla scoperta di rifugi, malghe e luoghi di interesse storico e culturale.
Per chi desidera godere dell’atmosfera di alta montagna senza affrontare lunghe escursioni, è a disposizione una comoda seggiovia che in pochi minuti conduce al rifugio Scoter, a 1580 m s.l.m., alle pendici del monte Antelao. Gli ospiti di San Vito possono anche dedicarsi a passeggiare per le frazioni del paese, visitando ad esempio la chiesa Pievanale e la chiesetta della Difesa. San Vito è attraversato dalla Lunga Via delle Dolomiti, la pista ciclabile che dalla Valpusteria, raggiunge Cortina e scende poi per la Valle del Boite fino a Calalzo. Il fiore all’occhiello del turismo estivo è poi il lago di Mosigo, a due passi dal centro del paese: immerso in un contesto paesaggistico da favola, la zona ospita impianti sportivi, aree attrezzate per il picnic, percorsi di nordic walking e una piacevole area con giochi per bambini.
L’estate sanvitese è animata da numerosi appuntamenti culturali, musicali, sportivi, folkloristici, e d’intrattenimento per bambini.
L’offerta invernale è naturalmente legata al mondo della neve. La ski area sanvitese è un autentico paradiso per le famiglie, con le sue splendide piste sempre al sole, le baite ed i rifugi, i comodi parcheggi, ed il nuovo parco NeveSole, con i giochi per bambini, la simpatica animazione, il servizio kinderheim, le piste per slittini e gommoni. Gli amanti della natura incontaminata hanno a disposizione, anche d’inverno, numerosi itinerari da percorrere con le racchette da neve o con gli sci d’alpinismo.
INFO
consorzio di promozione turistica AltoCadore
0436.9238 / www.altocadore.it
21
Mag
Borca di Cadore è situata ai piedi del monte Antelao. E’ uno dei punti del Cadore da cui la visuale della magnifica cima del monte Pelmo è più completa ed appagante.
Una delle mete più significative di Borca di Cadore è la chiesa dei Santi Simone e Giuda Taddeo Apostoli, già esistente nel 1331 ma completamente distrutta da una frana nel 1737 e ricostruita in altra sede, dove attualmente si trova, in località Fusineles. Nel 1791 la chiesa fu dotata di un organo commissionato al celebre Gaetano Callido, lo stesso che nel 1776 fu incaricato del restauro dei tre organi della Basilica di San Marco a Venezia. Si può vedere anche la miracolosa statua della Madonna Nera. La chiesa di S. Simon, come viene chiamata, conserva anche un dipinto di Antonio Balestra, un’opera attribuita a Gregorio Lazzarini e dipinti realizzati da P. A.Novelli. Altre chiese sono quelle di S. Rocco a Cancia e di S. Lorenzo a Villanova.
Sotto l’aspetto architettonico è interessante una visita al Villaggio Turistico Agip, nella frazione Corte di Cadore. Voluto da Enrico Mattei come luogo di vacanza per i dipendenti delle società del gruppo ENI-AGIP, venne progettato e realizzato dall’architetto Edoardo Gellner tra il 1954 e il 1963. Il complesso si compone di 263 ville, due alberghi, una chiesa, una colonia per 600 bambini, un campeggio, gli impianti sportivi e una serie di edifici di servizio. E’ interessante sia per lo stile architettonico che per il perfetto inserimento nella natura circostante e in particolare per la Chiesa di Nostra Signora del Cadore realizzata in collaborazione con Carlo Scarpa. Sempre a opera di Edoardo Gellner è l’edificio in cui è ospitato il Museo Naturalistico Olimpia Perini che conserva una collezione di diverse specie di insetti, viperidi, coleotteri, lepidotteri, uccelli e mammiferi e una sezione dedicata alle Dolomiti e alla loro geologia con una raccolta di minerali del luogo.
13
Mag
Le origini di Valle sono molto antiche. Lo testimoniano i diversi reperti romani e preromani ritrovati negli anni Cinquanta grazie agli scavi curati dall’archeologo Enrico De Lotto e conservati nel Museo Archeologico della Magnifica Comunità. Percorrendo la borgata di Costa, lungo la Via Romana, si susseguono palazzetti in stile veneziano, architetture rurali e resti di strutture abitative del I-II secolo d.C. Fra i palazzi patrizi, ricchi di volte balconi e stemmi, spiccano Palazzo Piloni-Costantini (XV secolo), Palazzo Santin-Zampolli (XVI secolo), Casa Galeazzi dei Galeazzetti ora Ciliotta e Casa Barnabò (XVI secolo). Alla fine del sentiero si giunge alla chiesa dedicata a S. Martino. Costruita in una bellissima posizione panoramica, ha anch’essa origini antiche (secolo XII), venne ristrutturata ed ampliata diverse volte, conserva opere di Antonio De Bettio e Antonio Lazzarini. Altre chiese minori sono B.V. della Pietà a Costa, che conserva un dipinto di Tomaso da Rin, Madonna della Neve a Vallesina (XIX secolo), Madonna del Carmine a Ciesamas (XVII), S. Rocco risalente alla prima metà del ‘500 che conserva opere lignee di Tita De Lotto e infine a Zoval quella della Ss.Trinità. La chiesa di Venas è intestata a S. Marco (XIX secolo) e conserva un dipinto di Francesco Vecellio ed opere lignee di G.B. De Lotto. A Suppiane invece c’è l’antica chiesa di S. Marco risalente al secolo XIII; a Lasta troviamo la chiesetta quattrocentesca di S. Elisabetta e a Dovesto quella di S. Giacomo della fine del ‘500. Nella frazione di Damos si giunge passando per il caratteristico ponte coperto di Rualan e qui troviamo una chiesetta dedicata ai Santi Andrea e Giovanni. L’edificio originario risale al XIV secolo e conserva un affresco trecentesco di notevole interesse, tra i più antichi del Cadore avente come tema la crocifissione di Cristo. Per un’escursione naturalistica si consiglia Costa Piana, alle pendici del monte Antelao.
12
Mag
Chi è ospite in Cadore non può non visitare la zona di Lagole, luogo di singolare bellezza e sito archeologico più importante del Cadore. L’area è formata da strati gessosi di colore grigio chiaro, bianco e rosato. Le acque sorgive, ricche di sali minerali, scorrono a spaglio sulla superficie delle rocce fino a raccogliersi nel laghetto detto “de le tose”. In epoca preromana e romana (IV sec. A.C. – IV secolo d.C. ) ospitava un tempietto votivo dedicato a una divinità sanante (detta Trumusiate) significativo luogo sacro della civiltà paleoveneta. Per l’importanza dei ritrovamenti, oggi al Museo Archeologico di Pieve di Cadore, è seconda solo al sito archeologico di Este.
La chiesa parrocchiale (1847/1852) dedicata a S. Biagio Vescovo è realizzata sul luogo dell’originario edificio cinquecentesco su progetto degli ingegneri Gianluigi Pigazzi e Luigi Osvaldo Palatini. La decorazione interna, semplice e solenne, è concepita dall’architetto feltrino Giuseppe Segusini. Vi si conservano otto dipinti di Orazio Vecellio , figlio di Tiziano, e una graziosa pala di Nicola Grassi. Chiesette minori sono intitolate alla Madonna del Caravaggio (1822); a San Giovanni e a San Francesco in Località Orsina (1512).
Non può mancare una visita al Borgo di Rizzios, che grazie alla posizione isolata conserva intatta la tipologia edilizia cadorina, costituita da un insieme di unità abitative, ciascuna con accesso autonomo dall’esterno. Qui è possibile visitare la Chiesa di S. Anna (1632), che deve la sua dimensione attuale al frate cappuccino Antonio Maria da Cadore fondatore della Confraternita dell’Immacolata Concezione. Nella Chiesa sono conservate opere di Gregorio Lazzarini, Sebastiano Bombelli e un ritratto attribuito a Francesco Frigimelica e la pianeta seicentesca appartenuta al Beato Padre Marco d’ Aviano.
Di notevole interesse naturalistico, la Val D’Oten è punto d’accesso per i rifugi Chiggiato, Galassi e Capanna degli Alpini, e lo splendido Gruppo delle Marmarole e il massiccio del Monte Antelao.