Alla scoperta di Lagole
Dalla stazione ferroviaria si risale brevemente su strada asfaltata, quindi si segue la freccia a sinistra per un viottolo che rimane alto sulla piattaforma prativa, sopra l’alveo del torrente Molinà e il bacino del lago del Centro Cadore. È possibile una digressione per il letto del torrente: sulla riva opposta una recente palestra di roccia e un’antica “jažera” (grotta con ghiaccio naturale) nella formazione affiorante di evaporiti. Il sentiero principale costeggia il lago e passa vicino ad una delle sorgenti per cui Làgole era famosa già nell’antichità preromana. Si giunge allo Chalet in vista del laghetto di Pavàn, adibito a pesca sportiva. Il panorama si apre con una vista piena sul Tudaio e sul sovrastante gruppo di Montanèl e Cridola. Attraversando l’istmo artificiale si risale un costone boscoso giungendo al mitico Laghetto delle Tose, in prossimità del quale in epoca preromana esisteva un santuario ligneo dedicato a Trumusiate, dea risanatrice.
Diverse sorgenti e polle di acque ricche di ferro e magnesio riforniscono questo lago e altre pozze minori. Diversi reperti, situle e statuette votive, sono ora conservate al Museo Archeologico di Pieve di Cadore. In primavera qui fioriscono le rare orchidee Ophrys, mentre nelle rive erbose scava la sua tana il gambero di fiume.
Per strada forestale si risale verso la svolta d’Orsina. Incrociata la ciclabile, la si segue per 200 m, con il panorama mozzafiato delle Marmarole, in particolare della Croda Bianca. Su un sentiero e poi su strada, si torna in breve tempo alla stazione.
Foto: il laghetto delle Tose a Lagole (Maria Paola Asson)